lunedì 25 febbraio 2008

Insalata riflessiva di farro, ceci e verdure varie

La verdura fa tanto bene... bisognerebbe mangiare cinque porzioni al giorno, fra frutta e verdura, di colori diversi... bisognerebbe che la frutta mi piacesse, almeno tanto quanto mi piace la verdura!
Questa ricetta richiede un minimo di organizzazione e il frigo rifornito, mescola verdure dolci e verdure amare e vi fa arrivare a cinque colori (ora che ci rifletto).

Ingredienti:
ceci cotti
(ammollo di un giorno, butto l'acqua, cuocio con qualche cm di alga kombu per due ore)
farro cotto
(con aggiunta di poco sale alla fine)
rosmarino e aglio sminuzzati
foglie di ravanello spezzettate a mano
qualche filo di carota
radicchio variegato di Castelfranco
un avanzo di rafano nero (l'ho finito!!)
olio extravergine d'oliva
sale

Mettere le verdure a foglia sul piatto, aggiungere ceci e farro precedentemente conditi con olio, rosmarino, aglio a lamelle e sale. Aggiungere carote e rafano.
Buon appetito!

sabato 16 febbraio 2008

El corazón tiene tres puertas

Il tre è un numero speciale, non perché lo dico io... Dante Alighieri struttura la Divina Commedia sul numero perfetto e i suoi multipli, ciò che vediamo del mondo è a tre dimensioni (altezza, larghezza e profondità), è un numero associato alla conoscenza. È un numero magico...
Le tre porte del titolo di questo post sono tre cd (due audio e un dvd) di Dulce Pontes, cantante portoghese con una voce incantevole. Mi piacciono i cantanti cui il destino benevolo ha regalato qualcosa più di un paio di pliche vocali. Lei è una fra quelli che ascolto sempre con rinnovata meraviglia. Comprai il primo disco per caso, più per il colore della copertina che per altro (lo faccio anche con i libri...). Non ho più smesso di ascoltare quel disco (che fra i suoi è quello che preferisco).
Non avevo mai sentito il Fado, prima di allora. Fu una scoperta emozionante che allertò la mia curiosità... aprì una porta su un paese del quale non conoscevo nulla... iniziai a cercare libri di scrittori portoghesi.
Non mi era mai capitato prima di desiderare di fare un viaggio per sentire da vicino l'atmosfera di una città e dei suoi quartieri, per vivere e respirare anche io tanta intensità emotiva (a costo di farmi dei nemici: meglio il disco che le parodie di portoghesità che ho visto a Lisbona, avrò sbagliato itinerari?!).
El corazón tiene tres puertas, per ora è come uno sconosciuto con il quale tento di fare amicizia, lo guardo e lo ascolto aspettando che la magia arrivi...

martedì 12 febbraio 2008

Strudel di mele (il solo dolce che concepisco e mangio)

Ingredienti:

un rotolo di pasta sfoglia non surgelata
(di quelle prese al super nel banco dei prodotti freschi per intenderci)
tre mele tagliate a fette
(a scelta fra Renetta, Golden o quelle che trovate in casa)
due cucchiai di uva passa ammollata in tea nero al limone e poca grappa
due cucchiai di pinoli
un cucchiaio di cannella in polvere
due cucchiai di pane grattugiato o biscotti secchi sbriciolati

Ammollare le uvette per un’ora circa.
Accendere il forno a 220° C, almeno dieci minuti prima di infornare.
In una terrina mescolare mele affettate, uva strizzata e cannella.
Srotolare al pasta sfoglia e bucherellare la parte esterna del cerchio: al centro spargete invece il pane, quindi aggiungete le mele.
Per chiudere lo strudel ognuno usi intelletto, consigli o euristiche… io tiro due lati verso il centro, poi rabbocco le due estremità (che rimarrano più vuote, ergo con più sfoglia) premendo bene.
Non aggiungo zucchero… non spennello con uovo… se la pasta è molto asciutta e fa fatica a rimanere chiusa, mi bagno le mani e palpeggio lo strudel.
Infornare e alzare la temperatura a 250° C per quattro o cinque minuti (lo shock termico fa bene alla sfoglia), poi abbasso a 200 e lascio cuocere per 25 minuti.

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Apple Strude (the only cake I conceive and eat)

Ingredients:
a ready-to-go-pastry
(one of those you can easily find in the bench of fresh products)
three apples cut in slices
(chosen between Renetta, Golden or those you’ve got)
two table spoons of raisins softened in hot black tea with lemon and little grappa
two table spoons of pine nuts
a table spoon of cinnamon
some bread or shortbreads crumbs

Light up the oven to 220° C, at least 10 minutes before you put the cake in it.
Stir shredded apples, wrung out raisins and cinnamon.
Gently press a fork (pointing) all over the external part of the pastry-circle.
Add the crumbs in the middle; therefore add apples.
In order to close strudel the everyone uses mid, advices or heuristic... I pull two sides towards the center, then wrap up the two ends (this will be the most wanted part of cake!) pressing well. I don’t add sugar... do not brush with egg... if the paste is too dry and hard to deal with, I moisten my hands and tap the strudel all over.
Put it in the oven and raise the temperature up to 250° C for four or five minute (the thermal shock is good to get a leafy cake), then I lower to 200° C and let it bake for 25 minute.

domenica 10 febbraio 2008

Schiaffoni come se piovesse!


Ah, la pasta… come farei senza?! La mangio solo due o tre volte alla settimana, perché la mia indole masochista mi porta a centellinare i piaceri, per gustarli di più!

Per cuocere la pasta non ci vuole una laurea: seguite le indicazioni del pacchetto per i tempi di cottura, ma… scolatela sempre due minuti prima e fate finir di cuocere saltando in padella con il condimento prescelto (e un mestolino di acqua se serve). Così ho fatto anche per gli schiaffoni, che poi sarebbero della famiglia dei paccheri, un formato gigante, gusto proporzionato.

Per il condimento io suggerisco un sugo giotto, capace di nascondersi nella pasta.

Per il ragù alla s-bolognese:

50 grammi di granulare di soia (reidratato come suggerito nella confezione)

una carota

una costa di sedano

una cipolla bianca

due cucchiai di olio extravergine d’oliva aromatizzato al basilico
(infusione di molto basilico estivo in olio extravergine!)

mezzo bicchiere di vino rosso fermo

passata di pomodoro (ad libitum)

acqua

sale, pepe e due cucchiai di dado (casalingo, in polvere, in pasta…)

Rosolare le verdure tagliate a dadini nell’olio a fuoco medio basso, fino ad appassimento parziale.

Aggiungere la soia ben strizzata, il dado e il pepe. Mescolare accudendo attentamente per cinque minuti. Far sfumare il vino e continuare a mescolare fino quando sarà evaporato. Aggiungere il pomodoro. Continuare a mescolare: aggiungere acqua fino a due dita sopra il livello della soia.

Cuocere per almeno due o tre ore a fuoco bassissimo, mescolando solo quando la curiosità vi porta a sollevare il coperchio. Ogni tanto assaggiate e verificate il livello di liquido (e di sapidità).

Di solito ne faccio molto di più e congelo quello che non mi serve in contenitori mono-porzione.

sabato 9 febbraio 2008

HAI 2 MUCCHE

Questa mattina ero al lavoro e nella casella di posta elettronica ho trovato questa... come la vogliamo chiamare?! Riflessione...!

SOCIALISMO:
Hai 2 mucche.
Il tuo vicino ti aiuta ad occupartene e tu dividi il latte con lui.

COMUNISMO:
Hai 2 mucche.
Il governo te le prende e ti fornisce il latte secondo la metà dei tuoi bisogni.

FASCISMO:
Hai 2 mucche
Il governo te le prende e ti vende il latte.

NAZISMO:
Hai 2 mucche.
Il governo prende la vacca bianca ed uccide quella nera.

DITTATURA:
Hai 2 mucche.
La polizia te le confisca e ti fucila.

FEUDALESIMO:
Hai 2 mucche.
Il feudatario prende metà del latte e si tromba tua moglie.

DEMOCRAZIA:
Hai 2 mucche.
Si vota per decidere a chi spetta il latte.

DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA:
Hai 2 mucche.
Si vota per chi eleggerà la persona che deciderà a chi spetta il latte.

ANARCHIA:
Hai 2 mucche.
Lasci che si organizzino in autogestione.

CAPITALISMO:
Hai 2 mucche
Ne vendi una per comprare un toro ed avere dei vitelli con cui iniziare un allevamento.

CAPITALISMO SELVAGGIO:
Hai 2 mucche.
Fai macellare la prima ed obblighi la seconda a produrre tanto latte come 4 mucche.
Alla fine licenzi l'operaio che se ne occupava accusandolo di aver lasciato morire la vacca
di sfinimento.

BERLUSCONISMO:
Hai 2 mucche.
Ne vendi 3 alla tua Società quotata in borsa, utilizzando lettere di credito aperte da tuo
fratello sulla tua banca. Poi fai uno scambio delle lettere di credito, con una partecipazione
in una Società soggetta ad offerta pubblica e nell'operazione guadagni 4 mucche
beneficiando anche di un abbattimento fiscale per il possesso di 5 mucche.
I diritti sulla produzione del latte di 6 mucche vengono trasferiti da un intermediario
panamense sul conto di una Società con sede alle Isole Cayman, posseduta clandestinamente
da un azionista che rivende alla tua Società i diritti sulla produzione del latte di 7 mucche.
Nei libri contabili di questa Società figurano 8 ruminanti con l'opzione d' acquisto per un
ulteriore animale. Nel frattempo hai abbattuto le 2 mucche perchè sporcano e puzzano.
Quando stanno per beccarti, diventi Presidente del Consiglio.

PRODISMO:
Hai 2 mucche.
Tu le mantieni, il governo si prende il latte e ti mette una tassa su: la stalla, la mangiatoia,
la produzione. A te rimane lo sterco.
Intanto è in approvazione un disegno di Legge sulla tassazione dei rifiuti organici animali.


Non ho idea di chi sia l'originale cervello che l'ha partorita... ma ha la mia gratitudine, perché leggendola io ho riso un sacco!

venerdì 8 febbraio 2008

Fagioli del purgatorio di Gradoli

I vegetariani dovrebbero mangiare legumi, magari associati a cereali integrali, poiché in essi si trovano: alto contenuto di vitamine del gruppo B, minerali tipo ferro, calcio, fosforo (in quantità diverse a seconda del legume), proteine...

I legumi sono buoni (alcuni più di altri).
Non si fatica a mangiare cose buone. Ma spesso costa fatica mettere in ammollo, poi cuocere... passano ore!
I legumi in scatola però contengono sale, talvolta conservanti, spesso semi di leguminose di dubbia provenienza. Quindi, meglio pochi e cotti in casa!

Ieri sera ho preparato un insalata con fagioli del purgatorio di Gradoli, prodotto dell’alta Tuscia, che in passato erano il piatto forte del mercoledì delle Ceneri (pranzo del Purgatorio, da qui il nome).

È un fagiolo piccolo e bianco, tondeggiante, con la buccia sottile. Danno il meglio di sé quando vengono semplicemente lessati e conditi con olio extravergine e sale.

Insalata di Fagioli del Purgatorio
(sarebbero fotogenici, ma ieri sera c’era davvero poca luce…)

50 grammi di fagioli lessati
(dopo ammollo di otto ore, cuocere per mezz’ora circa)

1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva

Sale con erbe
(la sfumatura verde sopra ai fagioli, nella foto!)

Mezza prugna umeboshi ridotta a purea

Mescolare gli ingredienti e lasciar insaporire.

Alla fine, dopo la foto e prima di mangiarli, ho aggiunto della pastinaca e del rafano nero grattugiati a julienne.